CAMBIO EURO DOLLARO ai MINIMI degli ultimi 20 anni!!! E ora?

Ciao a tutti miei cari amici, ebbene si il nostro caro euro si sta svalutando sempre di più rispetto al dollaro e come potete vedere da questo grafico:

che riporta le quotazioni del cambio euro dollaro dalla sua nascita ad oggi, il 23 agosto 2022 ha toccato un altro minimo  riportandosi al valore che aveva, pensate, nel lontano dicembre 2002 a quota 0.99, il che vuol dire che ora bastano solo 0.99 dollari per ottenere un euro. e questo è uno dei motivi per cui il prezzo di diesel e benzina negli ultimi tempi è aumentato così tanto, ma lo vedremo dopo. Continuerà a scendere? Mah e chi lo sa?

Pensate che rispetto a solo un anno e mezzo fa, a gennaio 2021, l’euro a perso quasi il 20% rispetto al dollaro, infatti ci volevano ben 1,23 dollari per ottenere un euro

mentre l’euro ha raggiunto il suo picco di valore nel 2008 quando di dollari ce ne volevano ben 1,6 per ottenere un euro, il che vuol dire che rispetto al valore attuale l’euro ha perso circa il 38%

Bene questo fatto porta con sé vantaggi e svantaggi e oggi ne vedremo insieme alcuni.

Uno dei vantaggi che mi viene in mente è che adesso che l’euro è un po’ più economico, sarà più facile per i Paesi della zona euro esportare i propri prodotti verso Paesi che acquistano, invece, con una moneta che nel frattempo si è rafforzata come il dollaro. 

Di conseguenza le imprese della zona euro, e quindi anche quelle italiane, potrebbero risultare più competitive, anche se il contingente aumento dell’inflazione e quindi dei prezzi in generale, potrebbe in qualche modo attenuare questo aspetto. 

Ad esempio proprio gli Stati Uniti sono il terzo mercato di destinazione dell’export italiano, per un valore di circa 61 miliardi di dollari nel 2021, in settori come meccanica, moda, accessori e agroalimentare, che potrebbero giovare di un euro debole.

Però attenzione che se da una parte le esportazioni potrebbero giovarne, dall’altra parte abbiamo l’altra faccia della medaglia, cioè importare beni provenienti da fuori della zona euro con una moneta debole potrebbe diventare più costoso, ad esempio nell’acquisto di prodotti tecnologici realizzati negli stati uniti così come tutte quelle imprese che utilizzano forniture provenienti dagli stati uniti, ecco tutta questa roba costerà di più.

A costare di più sono anche quelle materie prime normalmente quotate e scambiate in dollari, ad esempio l’oro è quotato in dollari l’oncia, oppure il petrolio che è quotato infatti in dollari al barile. 

Per cui se prima per andare a comprare dei barili di petrolio, tiravamo fuori i nostri begli eurini li andavamo a cambiare con dei dollarini, ci veniva fuori un bel gruzzolo e compravamo un certo numero di barilozzi, oggi invece se tiriamo fuori gli stessi euri, quando li andiamo a cambiare in dollari ce ne danno di meno e quindi ci compriamo meno barili di petrolio.

Ecco perché poi alla fine anche benzina e diesel costano di più. Adesso non voglio dire che questo sia l’unico fattore che incide nel costo della benzina alla pompa, ma sicuramente gioca un ruolo importante.

Poi sempre rimanendo in ambito energetico, il rafforzamento del dollaro sull’euro incide anche sul costo del gas, visto che l’Italia, per compensare le minori forniture di gas russo, ha previsto maggiori importazioni di gas liquido dagli Stati Uniti, ovviamente pagandolo in dollari.

Per quanto riguarda poi il turismo vale lo stesso discorso fatto per importazioni ed esportazioni. Saranno meno convenienti i viaggi e gli acquisti negli Stati Uniti, ma al contrario, visitare, acquistare e consumare in Italia e più in generale nell’eurozona, sarà più conveniente ora per i turisti americani. E quindi per noi tutto di guadagnato.


Infine per quanto riguarda gli investimenti, per i residenti nell’area euro  che hanno investito in attività finanziarie denominate in dollari il rafforzamento del dollaro è stata una gran cosa, ovviamente dipende molto dal momento in cui è stato fatto l’investimento, ma in generale hanno acquistato in euro uno strumento finanziario denominato in dollari, quando l’euro era forte e quindi per farla semplice hanno pagato poco, poi il dollaro è salito e quindi per effetto del cambio, il valore di quello strumento è aumentato e di conseguenza anche il loro investimento è aumentato di valore

Per fare un esempio chi ha investito nel classico ETF che replica l’indice MSCI World denominato in dollari, che all’interno ha migliaia di titoli azionari di tutto il mondo anch’essi in dollari, e ha acquistato ad inizio 2022 in euro, quando il cambio era a 1.12 dollari per ogni euro, e l’indice era ai massimi, oggi grazie all’effetto del cambio si ritrova con una perdita del -4%

mentre l’indice sottostante ha segnato una perdita del -16%

questo proprio perchè nello stesso periodo l’euro si è svalutato rispetto al dollaro proprio di quel 12%

Per spiegarla con dei numeri più semplici facciamo finta che oggi il cambio euro dollaro sia pari a 1,5, quindi ci vogliono 1,5$ per ogni €, compro 100 quote di un ETF denominato in dollari (che replica ad esempio il NASDAQ), dove ogni quota costerebbe 150$, per un totale di 15.000$, ma siccome io compro in € in totale spendo 10.000€, perché ogni euro vale 1,5$.

Bene, facciamo finta che passano 6 mesi e in questi 6 mesi l’indice sottostante l’etf rimane costante, magari oscilla pure, ma alla fine torna al punto di partenza, quindi per un investitore americano che aveva investito in dollari passano 6 mesi, il suo investimento valeva 15000$ e vale sempre 15000$.

Però facciamo anche finta che dopo questi 6 mesi il cambio scende a 1 dollaro per ogni euro, questo vuol dire che che per me che ho investito in € all’inizio 10000€ se dovessi disinvestire, col cambio 1 a 1, i 15000$ del valore delle quote dell’ETF ora corrispondono a 15000€.

Quindi questo ETF denominato in dollari e negoziato in America in dollari per un investitore americano ha mantenuto lo stesso valore, mentre il corrispondente ETF denominato in dollari, ma negoziato in Europa in euro ha guadagnato il 50%, dovuto all’apprezzamento del $ rispetto all’€.

Ecco spiegato nella maniera più semplice possibile l’effetto positivo che si ottiene quando l’euro si svaluta rispetto al dollaro se si ha investito in prodotti finanziari denominati in dollari, ovviamente si otterrebbe l’effetto contrario in caso di apprezzamento dell’€ rispetto al $, ma lascio a voi ragionarci un po’ su. 

Diciamo che dal 2008 ad ora chi è stato esposto al dollaro in generale ci ha guadagnato, al contrario chi ha comprato prodotti con la copertura sul cambio €/$ ci ha doppiamente perso, prima per il costo della copertura e poi per il fatto che il dollaro ha acquisito valore rispetto all’euro.

Un portafoglio investimenti ben diversificato dovrebbe avere al suo interno una buona diversificazione valutaria, con una corretta esposizione alle maggiori valute mondiali, onde evitare che scompensi valutari possano erodere i profitti.

Sempre nella massima indipendenza e assenza di conflitti di interesse con banche, assicurazioni, SIM, SGR, poste, ecc…

 

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Buona visione!

 

Io sono Mauro Zuddas, consulente finanziario indipendente iscritto all’albo OCF sezione Autonomi e alle associazioni Nafop e ANCP.

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